PERCHÉ L’INFORMAZIONE CON CARITAS TICINO


Se un sondaggio può dare, cifre alla mano, una visione rigorosa della situazione, spesso il considerare unicamente i dati non basta per avere una visione completa. Ne abbiamo parlato con Carmen Fioriti, responsabile del servizio informazioni di Caritas Ticino che produce le due testate di Caritas Insieme.

D: Una rivista bimestrale, una trasmissione televisiva settimanale e un indirizzo su internet. Caritas Ticino si è buttata nel mondo dell’informazione…

R: Caritas Ticino è da 16 anni che fa informazione; effettivamente in questi anni molte cose sono cambiate; per quanto concerne la rivista siamo passati da un foglio su carta riciclata ad una rivista su carta patinata, è nata una testata televisiva, siamo in rete su internet, ma in realtà non è cambiato molto, siamo infatti in perfetta continuità con gli anni precedenti, sempre con lo slogan “dar voce alla solidarietà e alla vita ecclesiale”.

D: Quindi la novità sta nel sapere usare nuove strategie di comunicazione?

R: Sì, infatti, nella rivista le novità sono soprattutto di tipo tecnico, è ora bimestrale, ha una nuova forma grafica, forse più accattivante dal momento che esce anche in edicola, c’è stata una ristrutturazione dei contenuti che sono ora raggruppati in 6 finestre (lo spunto è venuto dal congresso sulla comunicazione sociale che si è tenuto a Palermo nel 1995), e soprattutto ha cambiato la testata: è diventata Caritas Insieme come la nostra emissione televisiva che produciamo, integralmente, ormai da più di due anni. Altra novità del 1996 è internet: siamo infatti presenti nella rete con tutti i numeri della nostra rivista e con i sommari delle 112 puntate realizzate fino ad oggi e on informazioni su Caritas Ticino.

D: Internet, TV, rivista… ma qual è il ruolo di Caritas Ticino nell’informazione diocesana?

R: Il ruolo che Caritas Ticino ha e deve avere nell’informazione è molto chiaro; negli statuti all’Art. 4 si riporta che “il primo compito che Caritas Ticino deve realizzare è: “informare e sensibilizzare l’opinione pubblica presentando con ogni mezzo di comunicazione sociale, i fondamenti evangelici della diaconia, della carità e della dimensione sociale della fede”; in un documento approvato dai Consigli Diocesani il 6 ottobre 1994 dal titolo “Carità e nuova evangelizzazione”. Al punto 3: “Utilizzare la struttura diocesana Caritas Ticino come strumento privilegiato per una pastorale della carità” si conclude: … se da una parte non può e non deve sostituire nessuna forma di presenza locale, può tuttavia mettere a disposizione strumenti tecnici sia d’intervento, sia d’animazione, come pure di amplificazione dando voce ad espressioni poco conosciute” e quale mezzo migliore può dare voce se non la televisione ed i giornali?

D: Prendiamo un dato dal sondaggio: 47% dei telespettatori ha più di 60 anni, mentre solo il 10% ne ha meno di 29. Pochi giovani?

R: È vero nonce n’è una percentuale importante. Considerare però che questo 10% rappresenta pur sempre un gruppo di 1'400 giovani, con i quali ogni settimana possiamo comunicare, e si arriva a più di 3'000 considerando i giovani che la guardano ogni tanto.

D: Il sondaggio ha pure stabilito che tra rivista e TV avete complessivamente un pubblico fedele di 38'000 persone. Ti sei fatta un’idea di cosa il vostro pubblico chieda a una rivista cattolica e ad una trasmissione di tipo sociale ed ecclesiale?

R: Penso che generalmente il pubblico chieda ad una testata di informazione cattolica di essere un punto di riferimento. Il giornale o la trasmissione cattolica deve essere autorevole e vivace nello stesso tempo. Il cattolico infatti chiede un prodotto di alto livello ma di facile comprensione, pluralista ma deciso nelle prese di posizione, popolare e d’élite al tempo stesso, cosa praticamente quasi impossibile da realizzare.
Caritas Insieme, pur essendo ben lontana da questo “modello” di informazione, riscuote, stando al sondaggio, abbastanza successo nel suo pubblico. Credo quindi che l’offerta informativa di Caritas Insieme rispecchi un preciso desiderio di condivisione della straordinaria ricchezza di vita sociale ed ecclesiale esistente negli angoli delle nostre diverse realtà, ma non sufficientemente proposta al pubblico.